Le fratture del capitello radiale rappresentano nelle casistiche circa in 20% dei traumi del gomito; si osservano spesso in traumi complessi per la presenza di lesioni ossee associate dei segmenti limitrofi ma altrettanto frequentemente passano misconosciute. Questo tipo di fratture, in quanto intra-articolari, possono dar luogo ad importanti limitazioni funzionali riguardanti principalmente i movimenti di prono supinazione e di flessoestenzione del gomito. Vista l’importanza clinica del tipo di frattura e la difficoltà che si può riscontrare nelle diagnosi, oltre all’attento esame obbiettivo e all’utilizzo dell’rx nelle due proiezioni standard, si deve associare nei casi sospetti l’effettuazione della TC.. I diversi tipi di trattamento hanno in comune lo scopo finale: ricostruzione anatomica della superficie articolare, sutura e/o ricostruzione capsulo-legamentosa e soprattutto precoce mobilizzazione del gomito e riabilitazione funzionale dell’arto.
Etiopatogenesi
Questo genere di fratture sono di frequente riscontro, interessanti in genere soggetti adulti. Il meccanismo di produzione è quasi sempre dovuto a traumi indiretti; per caduta sul palmo della mano a gomito semiflesso o esteso con avambraccio in pronazione o in supinazione. Il peso del corpo provoca pertanto un urto fra condilo omerale e capitello radiale, per cui quest’ultimo cede. La rima di frattura, a seconda della posizione del gomito e dell’avambraccio, interesserà la superficie anteriore e posteriore o il capitello in toto.
Classificazione delle fratture del capitello radiale
Per le fratture del capitello radiale si utilizza principalmente la classificazione di Mason-Johnston che distingue quattro tipi diversi: * I tipo: fratture composte * II tipo: fratture con spostamento maggiore di 2 mm * III tipo: fratture comminute * IV tipo: fratture con dislocazione della testa radiale
Sintomatologia
La sintomatologia è rapportata alla gravità delle lesioni provocate dal trauma; in caso di fratture senza spostamento è molto lieve, limitata a dolore localizzato alla regione laterale del gomito che si accentua nei movimenti di prono-supinazione. Nei traumi con grave frammentazione, la limitazione funzionale è più marcata, come anche il dolore, presente sia a riposo che alla digitopressione.
Trattamento
E’ stato dimostrato che la resezione del capitello radiale, in presenza delle strutture legamentose integre, determina un’instabilità del gomito. Qualunque sia il trattamento effettuato, esso deve mirare alla precoce mobilizzazione articolare al fine di evitare l’insorgere della rigidità articolare comunemente riscontrata nei controlli a distanza. Il trattamento incruento prevede un’immobilizzazione del gomito per una durata di 2-3 settimane seguita da fisioterapia, mentre il trattamento cruento si avvale di:
* Mezzi di sintesi come viti, fili di Kirschner (figure 1 e 2) o placche e viti (figure 3 e 4).
* Protesizzazione del capitello radiale (figure 5 e 6).
* Fissatore esterno (figure 7 e 8).
Per le fratture di :
I tipo mantiene la sua validità il trattamento incruento con breve immobilizzazione e successiva fisiokinesiterante la fisioterapia.
II tipo si impone la sintesi con i vari mezzi a disposizione del chirurgo; la resezione del capitello radiale dovrebbe essere confinata a pazienti anziani non collaboranti alla terapia.
III tipo la terapia si avvale dell’utilizzo del fissatore esterno nei paziepia, si riserva la sintesi con viti di Herbert ai pazienti giovani per evitare immobilizzazione ed iniziare velocementi giovani. Nei soggetti di media età si può effettuare
la protesizzazione.
IV tipo la terapia si avvale della protesizzazione.
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