Il Morbo di Dupuytren è una delle più frequenti patologie a carico della mano. Come la sindrome del canale carpale è appannaggio femminile,il morbo di dupuytren è 9 volte più frequente nel maschio che nella donna. E’ una patologia che colpisce l’aponevrosi palmare,una fascia connettivale posta nel palmo della mano che ricopre le strutture anatomiche(tendini flessori vasi nervi) presenti a questo livello. Questa fascia è composta da fibre poste come un ventaglio che parte dal polso e si estende per tutta la mano con sottili propaggini che arrivano fino alle dita. Quando il paziente ammala di morbo di Dupuytren la fascia va incontro ad una ipertrofia che comincia classicamente causando dei noduli per lo più alla base di quarto e terzo dito. Avanzando la malattia, questi noduli che sono sempre di consistenza dura e non mobili, diventeranno dei cordoni duri che progressivamente retrarranno in flessione le dita fino a perdere totalmente la capacità di estensione. Purtroppo non è mai possibile prevedere i tempi di questo peggioramento che in molti casi avviene repentinamente e soprattutto(e ciò è paradossalmente un guaio) senza dolore ma inesorabilmente. Le cause della malattia non sono completamente note. Infatti esistono tante ipotesi possibili la più nota delle quali è che la malattia sia causata da continui microtraumi che colpiscono il palmo della mano come già nell’ 800 affermò il medico che per primo descrisse la malattia (per l’appunto il Barone di Dupuytren) dopo averla osservata sul proprio cocchiere. In realtà recenti statistiche hanno dimostrato che esiste la stessa frequenza della malattia tra lavoratori manuali ed intellettuali. Recentemente è stata presa anche in considerazione l’ipotesi autoimmunitaria,ma niente è ancora sicuro. La terapia di questa malattia è purtroppo, esclusivamente chirurgica e consiste nella asportazione della aponeurosi palmare ipertrofica da eseguire negli stadi precoci della malattia.In questo modo la terapia sarà curativa ma soprattutto di prevenzione dei gradi più avanzati della malattia cioè la retrazione in flessione delle dita. Se operata negli stadi precoci la malattia sarà arrestata in più del 90% dei casi,mentre le recidive saranno tanto più frequenti quanto più tardi si affronta l’intervento chirurgico così come le complicazioni post-operatorie(necrosi cutanee ematomi retrazioni cicatriziali). Se invece il paziente giunge alla osservazione presentando uno stadio avanzato della malattia con le dita già in netta retrazione, si preferisce non eseguire l’intervento classico che non è assolutamente garantibile, ma si esegue un trattamento detto cordotomia (sezione dei cordoni che retraggono le dita) che ha lo scopo di estendere le dita intervenendo in maniera percutanea(senza incisioni) con appositi aghi.E’ una tecnica che,se non risolve radicalmente la malattia, risolve brillantemente il sintomo più importante(la retrazione) in maniera atraumatica. In ogni caso,qualunque sia stata la tecnica impiegata, all’intervento dovrà seguire un periodo di cure fisioterapiche guidate per garantire una precoce mobilizzazione della mano malata