La sindrome del piriforme, anche se raramente riconosciuta, sembra essere una causa molto più frequente di quanto non si creda, di dolore gluteo con irradiazione all’arto inferiore (Popelianskii, Bobrovnikova,1968). L’origine dei sintomi può essere di tipo nervoso, conseguente alla compressione del nervo sciatico da parte del muscolo divenuto rigido e voluminoso a causa di insulti meccanici di varia natura; oppure può essere di tipo muscolare connessa cioè all’attivazione, nel muscolo, di punti trigger. La sintomatologia, tanto bizzarra quanto enigmatica, tende a simulare altre patologie (spesso molto più gravi), cosicchè troppo frequentemente la ricerca clinica viene indirizzata verso strutture ben lontane dall’essere la causa reale del dolore. Questo chiaramente comporta degli enormi sprechi di risorse economiche: per indagini diagnostiche inutili e trattamenti terapeutici inconcludenti (Parziale e coll.,1996) ed inoltre per il fatto che talvolta questa sindrome può essere così invalidante da limitare o impedire lo svolgimento delle normali attività lavorative con conseguenti ingenti perdite produttive (Piralla, 1999). Questo fenomeno, secondo Fishman (1992, 2002) è dovuto al fatto che, in quasi mezzo secolo dalla “scoperta” della sindrome (Yoeman,1928) nonostante i progressi scientifici, non si è stati in grado di raggiungere una univoca e consensuale definizione della patologia e quindi neppure un preciso iter diagnostico e terapeutico. In quest’ottica, il proposito della presente tesi è di definire, attraverso una revisione degli studi più recenti, la sindrome del piriforme, nei suoi aspetti fisiopatogenetici e soprattutto in quelli riabilitativi. In particolare si è cercato di elaborare un protocollo riabilitativo dai tempi e dai costi contenuti, di facile e rapida applicazione, requisiti indispensabili in una realtà sanitaria sempre più esigente nei risultati, ma sempre più accorta nell’impiego delle scarse risorse disponibili (Pilotto, Tardivo 2004).